Social media forensic: il potere forense dei social media

L’adozione e l’utilizzo dei social network sono cresciuti esponenzialmente nel corso dell’ultimo decennio; essi, infatti, sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana, plasmando la comunicazione, il consumo di informazioni e persino influenzando eventi del mondo reale.

L’enorme quantità di dati generata dalle interazioni online quotidiane di miliardi di utenti rappresenta una delle principali fonti di prove digitali e una risorsa fondamentale nelle indagini di digital forensic; infatti, parallelamente alla crescita esponenziale dell’uso dei social media si è visto anche un aumento dei crimini informatici. Ciò ha portato ad una rivoluzione nella digital forensic, rendendo necessaria l’ideazione di nuove metodologie e strumenti volti a contrastare il cybercrime nel campo dei social network.

Cos’è la social media forensic e quali sono i suoi campi di applicazione?

Nasce così la social media forensic, branca della digital forensic che si occupa di acquisire, analizzare e preservare i dati provenienti dalle piattaforme di social media, per scopi investigativi.

Questa scienza ha diversi campi di utilizzo, come:

  • la ricostruzione gli eventi passati, pratica fondamentale sia nelle indagini forensi che per l’analisi della diffusione di fake news e disinformazione; ricostruendo meticolosamente le attività e le interazioni degli utenti, gli investigatori sono in grado di ricreare linee temporali e identificare gli utenti, oltre che comprendere il contesto di situazioni specifiche;
  • l’identificazione delle attività criminali sulle piattaforme social, che purtroppo sono terreno fertile per attività illegali come il cyberbullismo, l’incitamento all’odio, le molestie o addirittura le frodi. La social media forensic cerca, acquisisce e analizza le prove digitali a supporto dei procedimenti legali;
  • lo svelare reti nascoste, infatti questa branca della digital forensics gioca un ruolo chiave nelle indagini sul crimine organizzato, gruppi terroristici o altre reti criminali, perché proprio attraverso l’analisi delle connessioni sui social media è possibile individuare schemi comuni di comunicazione e associazione.
  • l’analisi dell’opinione pubblica su varie tematiche attraverso lo studio di grandi quantità di dati. Queste informazioni permettono ai ricercatori, alle organizzazioni e addirittura ai governi di comprendere le tendenze sociali e di poter prendere così decisioni informate.

Tipi di prove 

Sulle piattaforme di social network è possibile ricavare diverse tipologie di prove, come:

  • contenuti testuali, ovvero post, commenti e altre interazioni testuali. Queste evidenze forniscono precise informazioni sul comportamento e le opinioni degli utenti, ma anche, e soprattutto, su potenziali attività criminali come il cyberbullismo e i discorsi d’odio;
  • contenuti multimediali, come immagini, video e registrazioni audio, che possono rivelare preziosi dettagli su eventi, luoghi e persone coinvolte;
  • connessioni di rete, la cui analisi può far emergere reti criminali, gruppi organizzati o associazioni nascoste;
  • metadati, infatti data e ora, informazioni sulla posizione e altri dati incorporati nei contenuti che vengono postati sui social possono fornire un importante contesto e indizi utili.

Difficoltà e sfide

La social media forensic presenta delle sfide complesse per i ricercatori, a causa della natura peculiare delle piattaforme social e delle prove digitali. Tra le principali, troviamo:

  • la volatilità dei dati, infatti la natura dinamica delle informazioni generate e condivise sui social rende i dati fugaci, poiché i contenuti possono essere facilmente modificati o addirittura eliminati. Questa volatilità deriva quindi da molteplici fattori, come l’aggiornamento in tempo reale che permette agli utenti di pubblicare istantaneamente post, commenti e messaggi, ma anche di modificare o eliminare quanto postato; le modifiche delle piattaforme, come aggiornamenti, cambiamenti negli algoritmi o anche la chiusura dei servizi possono incidere sul grado di accessibilità e la conservazione dei dati; i cambiamenti culturali e tematici, poiché le conversazioni online si evolvono velocemente in risposta ad eventi e tendenze, rendendo i dati più vecchi meno accurati o rilevanti. Proprio a causa di questa caratteristica volatilità, le tecniche e gli strumenti utilizzati per raccogliere, conservare e analizzare i dati devono essere in grado di catturare e archiviare rapidamente i contenuti;
  • il volume e la diversità dei dati, la cui caratteristica eterogeneità richiede tecniche specifiche per la loro elaborazione e interpretazione. Inoltre, proprio l’enorme volume dei dati prodotto giornalmente può rendere arduo per gli investigatori individuare e analizzare le informazioni rilevanti; anche la portata globale dei social media tende ad aggiungere ulteriori complessità;
  • l’attribuzione e l’anonimato, infatti uno dei principali ostacoli per gli esperti di social media forensic consiste nell’identificare gli autori o i diffusori dei contenuti, andando a distinguere tra utenti reali e chi si nasconde dietro ad un profilo falso. Per risalire alle fonti dei contenuti digitali e distinguere gli utenti autentici dagli impostori, gli analisti devono ricorrere a tecniche avanzate come l’analisi dell’impronta digitale, l’analisi linguistica e l’analisi delle reti, rispettando tuttavia le normative legali e i principi etici relativi alla privacy, al fine di tutelare i diritti degli individui.
  • preoccupazioni inerenti alla privacy, infatti la social media forensic prevede l’accesso a informazioni personali condivise online e gli esperti si devono attenere a delle linee guida etiche e norme sulla protezione dei dati al fine di garantire la correttezza delle indagini; inoltre, un’ulteriore preoccupazione è data da possibili violazioni della sicurezza o fughe di dati durante le analisi. Per questi motivi, i professionisti del settore devono usare robuste misure per la protezione dei dati ed agire dopo aver ottenuto le autorizzazioni legali necessarie, oltre che rendere anonime le informazioni personali, quando possibile.

Social media forensic e OSINT

OSINT, acronimo di Open Source Intelligence, è l’attività di raccolta e analisi di dati ottenuti da fonti pubbliche o aperte, come profili social, blog e forum, tramite l’uso di strumenti open source.

Nel contesto della social media forensic l’OSINT può essere usata per acquisire dati dei profili, come utente, post, commenti e contenuti multimediali. Tra le tecniche OSINT applicabili alle indagini dell’ambito, troviamo l’esplorazione dei profili degli utenti, le ricerche per keyword o hashtag, l’analisi della geolocalizzazione e delle reti sociali.

Queste tecniche aiutano i digital forenser a raccogliere ed analizzare le tracce lasciate dagli utenti online, al fine di consentire la ricostruzione di eventi, scoprire moventi e comprendere approfonditamente il comportamento digitale dei sospetti.

Conclusione

In un’epoca in cui la vita digitale sui profili social si intreccia profondamente con quella reale, la social media forensic si afferma come uno strumento essenziale per l’indagine e la tutela della verità; questa disciplina si configura infatti come una nuova frontiera della giustizia, capace di trasformare i social network da semplici piattaforme di comunicazione a fonti cruciali di prove.

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